P O S T E I T A L I A NE
Furono fondate nel
1862, come Azienda Autonoma che gestiva i monopoli i servizi postali e
telegrafici per conto dello Stato.
Nel sito ufficiale,
oggi, si legge che la mission (attività principale): contribuire alla crescita
del Paese.
Sarà un caso ma non si
menziona la consegna della corrispondenza!
E’ cronaca, ormai giornaliera,
che sindaci si recano dai prefetti per denunciare tale situazione.
Chi non ricorda il
vecchio adagio: fa fede il timbro postale, per il ricevimento.
Ebbene adesso non c’è
più, quindi non è più possibile “documentare” l’esatto giorno di consegna.
Esempio indicativo: la
raccomandata.
Nel 2006 veniva
consegnata in 3 gg al prezzo di € 2,80;
oggi impiega 4 gg ed il
costo è pari a € 4,50.
Consegna è diventato un
eufemismo nei grandi centri, ma non solo, non è più così.
La regola prevede che
la busta (raccomandata) debba essere affidata a mano.
Oggi c’è solo l’avviso
di giacenza presso l’ufficio postale; quando è aperto, nei piccoli centri.
Nei grandi centri, es.
Roma, la consegna è stata concentrata in un ufficio, che non è il massimo della
comodità per il cittadino-utente.
Uno dei cardini di tali
disagi è che i portalettere, in due anni sono diminuiti di 6000 unità; mentre
sono aumentati gli impiegati, che vendono polizze.
Il governo Renzi ha
allungato i tempi di recapito, a giorni alterni, con buona pace degli utenti.
Utenti perché pagano
per questo di-servizio.
Questo andazzo è
iniziato con la trasformazione da Ente ad Spa e con Massimo Sarmi a.d..
Fino a quel periodo il
servizio lettere era diviso in due parti:
-
posta prioritaria, costo 60 cent. consegna
1 giorno;
-
posta normale , costo 45 cent.
consegna 3 gg.
Sarmi annulla la posta
ordinaria ed esiste solo la prioritaria, portando il costo da 60 a 70 cent..
Certamente “pochi” (+
10 cent) per il singolo utente, ma moltiplicate per il volume di corrispondenza
per avere l’ordine di grandezza del guadagno per PI, in sordina.
Arriva il nuovo
amministratore delegato: Francesco Caio, nominato da Renzi.
Si torna al passato,
con la separazione della posta ordinaria dalla prioritaria.
Posta 1, ex prioritaria
recapito 1 g, costo € 2,80 + 4 volte dal 2006;
posta 4, ex ordinaria,
recapito 4 gg, costo € 0,95 , il doppio del 2006.
Non solo sono aumentati
i costi, per gli utenti, ma nel contempo sono aumentati anche i disservizi: l’indice
di puntualità si è abbassato di 9 punti percentuali.
Un paragone con la
Francia:
la “lettre verte”
l’equivalente della ns. ordinaria, nello stesso lasso di tempo, è aumentata di
soli 7cent. e continua a costare molto
meno che in Italia, solo 68 cent.;
la j 1, la ns.
prioritaria è aumentata, negli anni, di 10 cent. oggi costa 76 cent. circa
quattro volte meno che in Italia.
Inoltre il piano
approntato da Caio prevede la chiusura degli uffici periferici; ad oggi ne sono
stati soppressi 1131.
Nessuno ne parla ma ciò
contravviene un principio universale perché poste, in base ad un contratto con
lo stato riceve, dallo stato, 250 – 300 milioni di € per lo svolgimento del
servizio (di cui all’atto di fondazione).
Una particolarità
riguarda le cartoline illustrate: quelle che un po’ tutti noi abbiamo spedito
da una gita o una vacanza.
Oggi è quasi
impossibile, non si trovano più i francobolli; i tabaccai, che sarebbero
obbligati a tenerli, non lo fanno più, forse perché il margine del 5% è
ritenuto non conveniente. Poiché loro devono acquistarli, non sono in conto
vendita.
La G P S – Global Postal
Service, azienda privata, aveva tentato di sopperire con un servizio
alternativo in alcune città turistiche.
Con propri francobolli
e cassette (buche lettere).
Ma molti turisti
imbucavano nelle buche di poste italiane.
Risultato: 300.000
cartoline giacenti nei depositi di P I.
GPS ha tentato più
volte di farsele dare, per inoltrarle, ma Poste Italiane vuole 60 cent. a
pezzo.
Se un privato voleva
svolgere tale servizio si denota che lo stesso rende!!!
Analogo discorso per
consegna pacchi.
Poste è riuscita a
perdere dove tutti guadagnano, più di 200 milioni in 6 anno.
E’ SDA Express Courier,
in capo a P.I..
Corrado Passera, ex
a.d. di Poste, nel 1998, acquistò SDA, perché intravedeva uno sbocco per i
180.000 dip., troppi solo per la corrispondenza.
Ma anche perché intuito
l’evoluzione che stava avvenendo, soprattutto con il diffondersi delle vendite
per corrispondenza.
Su questo filone,
l’Olanda si era appropriata di TNT, la Germania DHL e la Francia Crono post.
Tutti avevano fiutati il bussines.
Poi arriva Berlusconi e
Passera deve fare le valige, in favore di Sarmi.
Con il fiuto per il
peggio, ha lasciato campo libero ai concorrenti: Bartolini, Tnt, FedEx, Dhl,
Ups, Gls, che stupiti ringraziano.
Il disastro delle poste
è spiegabile con il fatto che sono state sempre oggetto di scorrerie sia dei
partiti, di governo, che dei sindacati, in particolare della Cisl.
Sono, quindi, diventati
autoreferenziali, tralasciando il fatto che dovrebbero fornire un servizio agli
utenti ed al Paese.
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