martedì 29 novembre 2016


R E F E R E N D U M   2

 IL 4 dicembre si vota per il referendum sul cambiamento della Costituzione.

La Carta Costituzionale stabilisce le regole della convivenza civile e la convivenza civile è convivenza tra diversi.

A sentire il presidente del consiglio, Matteo Renzi, si ha l’impressione, eufemismo, che lui non intende quanto detto sopra: convivenza tra diversi.

Infatti ha definito tutti coloro che votano no “accozzaglia”.

Si potrebbe ribattere che lui è in compagnia dei Verdini, De Luca ed altri pluri-inquisiti.

Ma non scendiamo al suo livello.

E’ necessario, però, ricordare che egli è il presidente ed in tale veste, purtroppo, è il presidente di tutti gli italiani, sia che votino sì o che votino no.

Questo ruolo dovrebbe consigliagli maggiore riflessione.

Gli va ricordato che in alcuni casi la forma è essa stessa sostanza.

All’inizio, il nostro, a definito la vittoria de no, un diluvio.

Per ora l’unico diluvio è la sua presenza, debordante, su tutte le reti TV.

Dato che sia lui che il ministro Boschi hanno detto di ispirarsi Fanfani, aretino come lei.

Giova ricordare che Amintore Fanfani, quando concesse l’accesso alla Tv anche all’opposizione venne accusato, dai colleghi di partito, DC, di dare spazio ai comunisti.

Al che Fanfani rispose: cari colleghi non dovete confondere gli interessi di partito con quegli dello Stato.

Una bella lezione per questi rampanti sfrontati.

Fanfani seppe tenere la schiena dritta davanti ai così detti poteri forti, il quarto partito, come diceva De Gasperi, riferendosi alla Confindustria.

Lo stesso Andreotti, pur chiacchierato, ebbe il coraggio di dire a lor signori se volete governare dovete farlo alla luce del sole.

Poiché con certe “soluzioni” (tipo la schiforma di Renzi) si vuole solo minare il voto universale.

Cosa che si accinge a fare questa “riforma”: come fatto con le province, ci sono ancora, l’unico cambiamento è che non si vota più.

Stessa cosa accadrà, se vince il sì, per il senato: resterà senza il voto dei cittadini.

L’intento, neanche tanto mascherato e di spostare il perno delle decisioni sull’esecutivo, segnatamente sul presidente del consiglio.

Il Parlamento e gli altri organi di controllo sono dei “fastidi”, per il conducator, possono esistere

solamente se “funzionali” a questa impostazione.

Devono rassegnarsi ad un ruolo di mero belletto.

Una riflessione di insieme:

questa riforma travolge l’indipendenza del presidente della Repubblica, rendendolo ostaggio della maggioranza – artificiosa - ; pone le premesse per una Corte Costituzionale addomesticata; mette, pesantemente, le mani sul CSM, rendendo inefficace ogni limite ad ulteriori riforme costituzionali.

E’ lo scenario di un regime!

Forse tutto ciò non è (?) nelle intenzioni dei propositori; ma non è necessario, perché non è detto che al governo restino quegli che la stanno proponendo.

Così si attua quanto previsto dal documento di JP Morgan: i cittadini hanno troppi diritti    ed almeno ogni 5 anni votano anche.

Renzi conosce JP Morgan, la banca che gli ha suggerito il siluramento di Viola AD di MPS.

Per queste ed altre ragioni è preferibile votare NO.

Comunque Renzi non andrà via, lui non è Cameron, non va nemmeno se lo si spinge con le ruspe.

A meno che, chi lo ha messo su e lo sostiene, non decida di mollarlo.

A maggior ragione votare No è cosa buona e giusta.








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