lunedì 12 dicembre 2016


R  E  F  E  R  E  D  U  M    3

Il 4 i cittadini Italiani si sono recati alle urne per esprimere, con il voto, l’approvazione o il respingimento della così detta riforma costituzionale.

Così detta, poiché nei fatti, era un cambiamento radicale della stessa.

Se prevaleva il sì, non avremmo avuto più una Carta frutto di un ordinamento parlamentare.

Infatti la proposta è stata votata a maggioranza, di conseguenza non sarebbe stata più la Carta, frutto di opinioni diverse e quindi, pur nella diversità, da tutti riconosciuta.

Sembrerà assurdo ma ci saremmo trovati con una sorte di Statuto albertino.

Cioè una costituzione concessa dal sovrano.

La battaglia del no, ricorda, per similitudine, la scritta sul Sacrari ai martiri del San Martino   (Partigiani trucidati dai nazi-fascisti): abbiamo imbracciato le armi per la libertà di tutti.

Non è retorica.

Abbiamo salvato la Carta per tutti.

Compreso chi ha votato sì.

Ovviamente quando c’è un competizione c’è chi vince e chi perde.

Ha perso Giorgio Napolitano, che da garante della Costituzione, ne ha promosso, pervicacemente, il cambiamento, meglio dire stravolgimento.

Poiché se passava, il peso si sarebbe spostato dal parlamento all’esecutivo.

Hanno perso giornali e giornalisti, che non hanno capito, o non hanno voluto, i cittadini.

Hanno perso i “poteri forti”.

Esemplare J P Morgan, che trova disdicevole che i cittadini votino i propri rappresentanti.

Ne è un esempio le province, ci sono ancora, però non più eletti dai cittadini, ma solo dai sindaci, che non rappresentano tutti i cittadini, ma solo una parte, anche se maggioranza.

Ha perso Renzi e chi lo ha sostenuto.

Renzi si è impegnato, mettendoci del suo, per perdere.

Lo ha riconosciuto perfino il suo padrino – Napolitano.

Ha invaso tutti gli spazzi possibili ed immaginabili, arrivando ad un saturazione controproducente.

Non ha ascoltato gli esperti quando gli consigliarono di non esporre troppo Maria Etruria,

perché con le sue butade, portava voti al no.

Lui si è sostituito a lei.

Come affermo un famoso politico: hanno voluto contarsi ed hanno perso.

Hanno vinto i cittadini italiani.

Ha perso la Confindustria, segnatamente il suo presidente Boccia.

Pronosticava scenari apocalittici, alla vittoria del no.

Il 6 dicembre, il loro giornale –Il sole 24 Ore- ha titolato che la vittoria del no, non ha influenzato ne’ la borsa ne’ i mercati finanziari.

Anche il Presidente della Repubblica, non ne esce bene.

Lui si è definito, in termini calcistici, arbitro.

In realtà Lui non è solo arbitro, ma garante della Costituzione.

Ma anche nelle vesti di arbitro, non ha mai fischiato, quando il presidente del consiglio,

seminava  panico  nella comunità finanziari internazionale, per una vittoria del no.

Signor arbitro dov’era ella?

Se questa è la loro capacità d’analisi, si capisce perché l’economia è in affanno.

In questi mesi hanno discusso di bicameralismo, di formazione della Leggi di funzionamento dello stato e non solo “quattro, quattro, tre”.

Questo lo dobbiamo a Renzi.

Adesso il nostro medita vendetta.

Quanto detto, nella notte del 4, non è all’altezza di un presidente e nemmeno di un politico.

Non sa perdere.

Von Clausewitz diceva: la guerra è avvolta nella nebbia ed è il regno dell’incertezza.

Lo stesso vale per la politica.

Caro Renzi, non ascoltare le sirene che ti dicono che hai vinto perché hai il 40%.

Quegli non sono voti tuoi.

Nel referendum sulla scala mobile, il Pci perse con oltre il 45%.

Alle successive elezioni prese il 26%.

Meditate: meditade.

Anche perchè coloro che sono saliti, velocemente, sul carro del vincitore, altrettanto velocemente ne discenderanno.

Ci sono già i primi sintomi.

Qualcuno, in modo elegante, come si fa a quei livelli, ha già evidenziato alcuni distinguo.




Nessun commento:

Posta un commento